domenica 12 aprile 2015

l'Egitto Risorge

Fino alla fine del XVIII secolo della nostra Era, l'Egitto Faraonico rimase un ricordo offuscato, quasi un sogno. In Europa durante i secoli bui e il Rinascimento la psiche dell'Occidente venne confusa e ingannata da voci e rapporti inadeguati riferiti da viaggiatori solitari, e fu solo dopo l'invasione dell'Egitto da parte di Napoleone nel 1798 che la Civiltà Faraonica venne riportata in vita in tutta la sua realtà storica (...). Quando gli scienziati di Napoleone riscoprirono l'Egitto, il Paese aveva già dovuto sopportare parecchi secoli di occupazione straniera e sperimentare molte guerre intestine, e i suoi antichi monumenti e tombe avevano subìto molti secoli di spietati saccheggi. I Persiani furono i primi ad arrivare, nel 525 a.C., e a occupare il Paese fino al 380 a.C. (e una seconda volta tra il 365 e il 332 a.C.). Durante queste due occupazioni persiane vennero compiuti danni irreparabili all'eredità Faraonica, non solo dal punto di vista materiale, ma anche da quello spirituale. I Persiani furono infine cacciati nel 332 a.C. da Alessandro Magno, il cui sommo generale Tolomeo, figlio di Lago, fondò la cosiddetta Dinastia Tolemaica ad Alessandria nel 305 a.C. I Tolomei, al contrario dei persiani, furono padroni illuminati che, anziché distruggere e saccheggiare, restaurarono gli antichi templi e ne costruirono molti nuovi lungo il corso del Nilo. Ad Alessandria così stabilirono una nuova Capitale che, con la sua celebre Biblioteca, l'Università e il Museo, divenne la principale fonte di progresso scientifico e filosofico per molti secoli.
Tutto ciò, però, venne bruscamente interrotto con l'arrivo delle Legioni Romane sotto Cesare Augusto nel 30 a.C. L'Egitto divenne provincia romana e la civiltà Egizia cessò di esistere. Fu soprattutto sotto i Romani, e specialmente in epoca successiva sotto i Cristiani, che l'eredità dell'Egitto Faraonico subì i colpi più gravi. I Templi furono deliberatamente distrutti o convertiti in chiese  e nel 491 d.C. i pochi in cui si praticava ancora l'antica religione vennero ufficialmente chiusi e i loro sacerdoti e sacerdotesse uccisi o banditi. L'ultimo capitolo fu scritto presso il Tempio di Iside sull'isola di File che, nel 550 d.C., fu saccheggiato dai monaci cristiani e trasformato in basilica. Nel giro di pochi decenni l'antica religione era ormai stata dimenticata e persino i geroglifici non erano più compresi dallo stesso popolo che li aveva creati. Il Paese si era completamente convertito alla nuova fede cristiana, e i cristiani d'Egitto divennero noti con il nome di Copti. Ironicamente furono proprio i Copti, più degli stranieri, a rivoltarsi astiosamente contro le proprie origini pagane. Tuttavia, ancora più ironicamente, i tremila anni dell'antica religione erano troppo radicati sia nel territorio sia nell'inconscio collettivo degli Egizi. La vecchia fede, rifiutandosi semplicemente di morire, penetrò nel corpo rigonfio del Cristianesimo Romano e vi rimase dormiente come un virus, rilasciando di tanto in tanto la sua influenza sottile e subliminale. Non vi è dubbio che gran parte dell'iconografia e della mitologia del Cristianesimo sia stata mutuata da quella dell'Antico Egitto. Iside e il Figlio Horus divennero la Vergine e il Bambino Gesù, e anche la passione dell'Uomo-Dio Osiride, morto e risorto, servì da modello per la passione di Cristo.

tratto da: Il Codice Egizio - Robert Bauval